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Progetto Emergenza

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RETE DI EMERGENZA CARDIOLOGICA IN AREA DI CONFINE

Tale progetto clinico si basa su una serie  di presupposti giuridici, epidemiologici, geografici, clinici e di organizzazione sanitaria:

  1. tutti i cittadini europei  hanno il medesimo diritto alla salute e pertanto devono avere lo stesso livello di cure ed un pronto accesso ad esse, senza che il luogo di residenza ed i conseguenti tempi di accesso siano discriminatori (European Chart of Patients Rights);
  2. le malattie cardiovascolari sono nel mondo la principale causa di morte, 30 % delle morti globali, e di queste quasi il 40 % è addebitabile alla malattia coronarica;
  3. nelle malattie cardiovascolari acute, come ci insegna l’infarto miocardico (STEMI, ST Elevation Myocardial Infarction), la sopravvivenza è legata quanto mai al fattore tempo:  difatti la diagnosi pre-ospedaliera , il pronto accesso in un centro qualificato ad erogare le cure adeguate  e la tempistica delle cure stesse incidono  in maniera determinante sulla mortalità;
  4. tali evidenze sono state accolte dai Sistemi Sanitari dei vari stati della UE, perché sono state attivate delle reti nazionali per le emergenze cardiovascolari, in primo luogo per lo STEMI;
  5. queste  reti sono però molto eterogenee tra di loro, come lo dimostrano i diversi numeri  di procedure di angioplastica primaria (PPCI)/milione di abitanti, di abitanti/centro hub delle singoli reti (laboratori di emodinamica con attivazione h24), di grado di utilizzo delle autoambulanze (EMS) e di tempi di erogazione del trattamento di rivascolarizzazione; tali diversità si sono rivelate così ampie da aver spinto l’European Society of Cardiology a promuovere una campagna internazionale denominata “Stent for Life” per l’implementazione di queste reti secondo precisi criteri di volumi e di tempi;
  6. anche l’Area Geografica coinvolta in questo progetto possiede delle reti nazionali analoghe: quella di TS, che drena principalmente l’Area Vasta Isontino-Giuliana (Monfalcone e Gorizia), ma anche una quota di pazienti da Palmanova (Udine) ed Pordenone (per un totale di 450/650 mila ab); quella di Ljubljana, che serve circa un’area di 1 milione di abitanti, drenando anche dai centri dell’Area di Confine quali Izola, Piran, Koper, Sezana, Ilirska Bistrica e parte di Postumia, per una popolazione complessiva di 130 mila ab (20.000 mila turisti)
  7. dal punto di vista geografico i percorsi stradali transfrontalieri sono in certi casi più brevi di quelli intranazionali, per cui si verificano i presupposti per una RETE TRANSFRONTALIERA PER L’EMERGENZA CARDIOVASCOLARE, da attivare come percorso preferenziale solo in casi specifici concordati dalle due parti.

I beneficiari di tale Rete potrebbero essere:

A) i cittadini dell’area di confine, colpiti da eventi cardiovascolari acuti che mettono in pericolo la vita degli stessi e che richiedono pertanto l’accesso più rapido possibile ad una terapia interventistica o cardiochirurgica nel centro qualificato più vicino possibile (e quindi non  gli usuali centri di riferimento); tali eventi sono: 

  1. l’infarto miocardico acuto STEMI con severe complicanze emodinamiche o elettriche
  2. l’infarto miocardico acuto STEMI esteso
  3. l’ACS (Acute Coronary Syndome) con instabilità emodinamica o elettrica
  4. i ROSC (Return Of Spontaneous Circulation) da OHCA (Out-of-Hospital Cardiac Arrest) con elevato sospetto di ACS ed instabilità emodinamica o elettrica
  5. le tempeste elettriche
  6. lo scompenso cardiaco severo, refrattario alla terapia medica
  7. il tamponamento cardiaco
  8. la dissezione aortica
  9. lo shock cariogeno
  10. le emergenze cardiovascolari in gravidanza ed in età pediatrica
  11. l’indicazione a biopsia endomiocardica emergente

B) i pazienti con eventi cardiovascolari non minacciosi per la vita, ma che non hanno pronto accesso alle cure interventistiche o chirurgiche indicate  per problemi contingenti, quali la percorribilità stradale (mesi invernali o code estive), l’indisponibilità del laboratorio di emodinamica (cath lab) per fascia oraria (notturna o festiva) od occupato da procedura complessa;

C) i pazienti italiani colpiti da evento cardiovascolare non necessariamente minaccioso per la vita in Slovenia o viceversa quelli sloveni in Italia, che, dopo l’iniziale inquadramento e stabilizzazione all’estero, vogliano proseguire le cure nel loro paese d’origine. 

Le strategie di attuazione di tale progetto devono essere di tipo:

a) clinico:

  1. adesione alle Linee Guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) sulla gestione delle diverse emergenze cardiovascolari
  2. stesura di protocolli condivisi bilaterali e bilingui per la gestione clinica locale, preospedaliera ed intraospedaliera, delle suddette emergenze
  3. identificazione condivisa dei criteri di eleggibilità dei pazienti beneficiari del progetto
  4. cartella clinica con voci bilingui da barrare (non a testo libero)

  b) organizzativo:

  1. rinforzo delle reti nazionali e creazione di quella transfrontaliera
  2. definizione dei ruoli degli attori della rete
  3. check e potenziamento delle tecnologie locali (comprese quelle di trasporto/ mobilizzabili)
  4. acquisizione e interazione dei sistemi di teletrasmissione ECG/parametri vitali
  5. protocolli bilaterali di trasporto dei pazienti
  6. protocolli di mobilizzazione dei team sanitari
  7. identificazione congiunta degli obiettivi e degli indicatori di risultato
  8. questionari di gradimento per i pazienti, le loro famiglie, la popolazione

c) tecnologico:

  1. up-grading/acquisizione di teletrasmissione ECG/parametri vitali
  2. acquisizione/potenziamento tecnologie locali e di trasporto
  3. consulto telematico con trasmissione di cartella clinica ed imaging diagnostico-terapeutico
  4. database – registro comune dei pazienti mobilizzati per analizzare la completezza di applicazione del progetto, i suoi progressi e risultati

d) formativo:

  1. formazione sull’esecuzione del progetto
  2. stages transfrontalieri (per la reciproca conoscenza delle modalità di lavoro dei centri, per l’acquisizione di competenze…)
  3. meeting transfrontalieri per la discussione di casi clinici
  4. campagne educazionali della popolazione via web e non (es. sensibilizzazione chiamata EMS)
  5. promozione corsi BLSD (Basic Life Support and Defibrillation) ed ACLS  (Advanced Cardiac Life Support) transfrontalieri per cardiologi, medici EMS, infermieri e popolazione.

Gli indicatori di risultato del progetto vanno identificati in maniera condivisa dalle due parti, ma potrebbero essere:

a) locali: 

  1. incremento della chiamata dell’EMS da parte della popolazione
  2. incremento della teletrasmissione ECG
  3. miglioramento dell’outcome dei pz a 30 gg ed 1 a
  4. incremento del livello e dell’apertura culturale, delle competenze, della propensione al confronto ed alla collaborazione degli operatori sanitari
  5. spinta all’interazione professionale internazionale
  6. spinta a concreti progetti di studio internazionale, sulla base dei dati provenienti da registri comuni sull’emergenza
  7. spese
  8. grado di utilizzo dell’equipaggiamento tecnologico acquisito nel corso del progetto
  9. volume e qualità degli eventi educazionali della popolazione 

b) transfrontalieri:

  1. volume di accesso
  2. tempo di accesso
  3. out come dei pz
  4. gradimento dei pz e della popolazione

 

Presentazione Progetto Emergenza
Rete emergenza cardiologica

logo-italia-sloveniaProgetto finanziato nell'ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali.

Projekt sofinanciran v okviru Programa ezmejnega sodelovanja Slovenija-Italija 2007-2013 iz sredstev Evropskega sklada za regionalni razvoj in nacionalnih sredstev.

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